Venegono – Parco della Pineta – Pianbosco. Un viaggio inaspettato!

Facciamo una piccola sgambata a ranghi ridotti! L’idea è venuta così, mentre sorseggiavamo della birra al nostro pub preferito.
L’obiettivo è un giretto di una 40ina di Km per visitare il Birrificio The Wall di Venegono Inferiore. Il tutto approfittando del Lunedì di ponte del 25 Aprile.

Ci troviamo qui davanti, tra circa 6-7 ore.
Comincia così, in maniera poco lucida, una gita ricca di spunti e di avventura.
Ritrovo alle ore 10:00 di fronte al CentoUndici Café di Castellanza, solo io (Alex) e Robi. Dopo una doverosa sosta caffè prendiamo la ciclabile della Valle Olona, che percorriamo rapidi.
Il tempo fa schifo; fa freddino e tutto il tragitto sarà accompagnato da una fastidiosa pioggerella. Ma siamo Bikelanders e siamo stati temprati nelle Highlands: non sarà certo un po’ di umidità a fermarci.

Percorriamo velocemente i saliscendi che caratterizzano il tratto iniziale del tracciato, che si sviluppa su fondo misto.
Dobbiamo, a questo punto, lasciare la ciclabile per dirigerci verso Lonate Ceppino. Ma lasciare la Valle Olona non è per i deboli di cuore.. davanti a noi si profila una salita, di quelle che ti fanno riflettere.

Pedaliamo. Ma era davvero necessario il giro di amari alle 2 di notte? Pedaliamo. Ma perché non sono stato a casa stamattina? Pedaliamo. Ma perché sono così stronzo? Pedaliamo. E’ normale che veda tutto sfocato? Pedaliamo…

Finalmente spiana e ci troviamo nel centro di Lonate Ceppino. La salita è comunque servita a scaldarci le gambe e da lì proseguiamo rapidamente su strada statale, fino a raggiungere Venegono Inferiore e la nostra destinazione.

Come si può facilmente notare dalla foto, il birrificio è sventuratamente chiuso.
Potevamo effettivamente immaginarlo… Infatti abbiamo un piano di emergenza: una traccia Gps scaricata dal web che parte proprio da Venegono Inferiore.

Il primo tratto si sviluppa su strade poco trafficate, qualche salita, un breve tratto sterrato. Non c’è nulla di particolarmente degno di essere menzionato, se non qualche edificio dall’interessante architettura, di cui però non studiamo l’origine.
      

Finalmente si entra nel bosco: fondo sterrato ma ben battuto che arrampica con una buona pendenza.

     

Dopo il lungo tratto di statali è un piacere immergersi nel verde e il sentiero ci accompagna tra gli alberi divertente e non particolarmente impegnativo.
Di lì a poco, la traccia si restringe in un single track brioso e veloce, seppur non privo di ostacoli.

      

       

Superata la serie di tronchi caduti che sbarrano il percorso, procediamo lungo la pista, che si fa via via più tecnica.
Inutile dire che ci stiamo divertendo come pazzi e che la nostra voglia di correre comincia a fare a unghiate con l’istinto di sopravvivenza.
Andiamo fortissimo dove possibile e siamo costretti a inchiodare quando la pista si restringe o ci propone tratti al limite del pedalabile.

         

Ci rendiamo conto, tuttavia, che non siamo attrezzati per alcuni passaggi (Robi monta coperture stradali e anche io sono costretto, causa foratura della scorsa settimana, con uno pneumatico posteriore quasi completamente liscio).
Le nostre bici non tengono per nulla sul alcuni fondi argillosi e in 2 occasioni decidiamo saggiamente di procedere appiedati.

          

Completato l’anello nei boschi, torniamo finalmente a rivedere l’asfalto. Siamo sporchi, sudati e con le gambe segnate dai rami, ma siamo galvanizzati.
Percorriamo il percorso a ritroso, da Venegono a Lonate. Complice un leggero falsopiano in discesa, andiamo come fulmini e, in men che non si dica, siamo di nuovo nel centro di Lonate Ceppino.
La salita dell’andata non fa più paura, ora che è tutta in discesa: raggiungiamo una velocità massima di 58 km/h prima di affidare le nostre inutili vite all’efficienza dei freni a disco.

Il rientro è rapido lungo la ciclabile, nonostante cominciamo a essere un pochino affaticati e a sentire i morsi della fame.
Arrivati a Castellanza, pranziamo con ottimi arancini di riso e birra c/o la rosticceria/pasticceria siciliana Il Golosone.

Finalmente concludiamo il nostro giro di 56 Km in poco più di 3 ore, soddisfatti della “sgambata” e della piacevole avventura alla scoperta di questo nuovo sentiero.

A breve un video-montaggio delle nostre imprese di oggi.