Ciclabile dei 3 Laghi ovvero Sui laghi con i pesci (d’aprile)

Vigilia con previsioni meteo incerte, decidiamo di partire comunque,  destinazione giro dei 3 laghi (Varese-Monate-Comabbio).
Pronti via e arriva il primo intoppo: la bici di chi scrive (Tave) non va sul portapacchi, tocca smontare le gomme e adattarla su in qualche modo.

Arriviamo a Buguggiate con un cielo piuttosto nero ed usufruiamo gentilmente del parcheggio del Tigros che si trova esattamente da parte ad uno degli ingressi della ciclabile. L’idea non è particolarmente originale, incrociamo infatti diversi altri sportivi (ciclisti, podisti e anche un ragazzo in handbike) che ci anticipano in qualche modo quello che troveremo lungo il percorso.

Un rampante Alex “equestre”

Affrontiamo il giro del Lago di Varese in senso “contrario” a quello previsto dal percorso, ma ideale per l’ordine in cui intendiamo affrontare i laghi successivi. Il fondo della ciclabile è buono, forse anche troppo, infatti affrontiamo una decina di km senza troppi problemi se non quelli legati al traffico, soprattutto pedonale. Ne approfittiamo per scattare qualche foto al paesaggio e in pose plastiche.

 

 

 

Proseguiamo e 4 gocce d’acqua (di numero) ci fanno preoccupare inutilmente, nonostante il meteo variabile annunciato dalle previsioni saranno le uniche della giornata. Il percorso in questa fase è piuttosto facile tranne un paio di strappi secchi, brevi quanto inaspettati, tra Voltorre e Gavirate che regalano però la possibilità di panoramiche difficilmente godibili da bordo lago.

Intanto il cielosembra aprirsi e, complice anche un altro piccolo strappo, siamo felici di passare alla divisa estiva.
La ciclabile ora procede sopraelevata rispetto al lago e si restringe leggermente rispetto a prima: è la parte peggiore per quanto riguarda il traffico, rischiamo un paio di tamponamenti ma per fortuna procediamo senza incidenti.

I bei mestieri di una volta: il meccatronico

All’altezza di Biandronno lasciamo il Lago di Varese in direzione di quello di Monate. Dopo un breve falsopiano su strada asfaltata prendiamo il sentiero di raccordo, decisamente più sterrato e selvaggio del percorso affrontato finora e infatti quasi completamente deserto.

I bei mestieri di una volta: il meccatronicoProprio su uno di questi saliscendi sterrati un piccolo ciocco di legno finisce nella ruota posteriore di Alex danneggiando il deragliatore posteriore. Ci fermiamo nei pressi della stazione di Travedona e il meccatronico prova a sistemarlo.

 

 

 

Purtroppo la riparazione è solo parziale e il cambio di Alex continua a fare le bizze nel tratto forse peggiore del percorso come indicato anche dai cartelli.

La mia perplessità si rivela motivata: la strada procede ripida e su fondo assolutamente irregolare, proviamo a stare in sella ma dopo una fortunatamente innocua caduta nel fogliame decidiamo di proseguire a spinta la salita.

 
Riprendiamo a pedalare e raggiungiamo Travedona ma la bici di Alex sembra non poter proseguire, tocca fermarsi di nuovo. Questa volta Ali compie il miracolo e così accantoniamo piani alternativi a base di treni e rimpianti e riprendiamo la marcia superando di slancio sia il paese che dà il nome al lago, Monate, sia Cadrezzate, dove ci accorgiamo però che, distratti dai problemi meccanici, abbiamo preso la strada sbagliata: poco male, la recupereremo poco più avanti.

Arrivati a Osmate infatti ci tocca un piccolo tratto su strada trafficata ed un nuovo strappo imprevisto prima di scendere nuovamente verso il lago e incrociare il Sentiero dei Lavatoi che imbocchiamo in direzione di Comabbio riprendendo così la giusta rotta. A livello altimetrico è sicuramente la parte più dura, la strada sale per qualche km con pendenze non irresistibili ma in maniera costante e continuativa.

 

 

 

 

 

 

Ci fermiamo per un tramezzino e una birretta ristoratrici nei pressi del Lavatoio di Osmate dopo di che la strada sale ancora prima di una lunga discesa che ci porta a Comabbio, dove finalmente ci immettiamo sulla ciclabile che circonda il terzo e omonimo lago: i ritmi blandi della mattina ci costringono ad accelerare un po’ l’andatura e a gustarci meno il paesaggio ma troviamo comunque anche qui il tempo per una foto.

 

La ciclabile prosegue tra tratti asfaltati e sterrati ed indicazioni talvolta fuorvianti ma con un percorso decisamente non noioso: si intervallano brevi (e spesso leggere) salite a divertenti discese. Il traffico della mattina è solo un ricordo, lasciamo il lago e costeggiamo la palude Brebbia per tornare nuovamente sul circuito del lago di Varese.

Anche qui la segnaletica non sempre indica il percorso previsto, ci fidiamo del GPS per raggiungere Bodio e poi seguiamo la ciclabile attraverso Galliate Lombardo per tornare all’auto dove ci aspetta nuovamente il problema dell’incompatibilità tra il mio mezzo e il portabici: smontiamo nuovamente le gomme e risolviamo così anche l’ultimo intoppo di giornata.

 

 

Alla fine, nonostante i piccoli imprevisti e i ritmi non proprio forsennati, chiudiamo comunque grati ad Odino per la clemenza del meteo e soddisfatti dei nostri 55 km percorsi con un dislivello positivo di 800 m.