Scozia 2015 – episodio 2: Bikelanders – Salita Finale
Abbiamo percorso i primi 300 km circa del nostro viaggio e abbiamo onorato come si deve l’impresa, annaffiandola con abbondanti dosi di nettare. Meritiamo un giorno di riposo, destinato a visitare come si deve una parte di questa terra magnifica, prima di rimetterci in viaggio.
Si va? Si va…
DAY 6: LOCH NESS – INVERNESS
Mentre le fidate biciclette riposano nel capanno degli attrezzi del nostro ostello, dedichiamo la giornata a visitare il famoso Loch Ness e il castello di Urquhart, che sorge sulle sue rive.
Appuntamento immancabile durante un viaggio in Scozia, il castello di Urquhart mantiene un fascino particolare, nonostante risulti un po’ troppo turistico (e costoso). E’ raggiungibile con un comodo autobus, che percorre anche parte del periplo del lago, il quale, in questa bella e rara giornata di sole, non trasmette l’alone di mistero che ci aspettavamo.
Provvisti di un pratico opuscolo in italiano, studiamo la storia di queste affascinanti rovine e ci godiamo il tepore di un pomeriggio quasi primaverile sulle sponde di Loch Ness, sorseggiando l’omonima birra.
DAY 7: INVERNESS – DORNOCH (81 Km)
Le nottate di Inverness contribuiscono a mettere in discussione il piano di viaggio; veniamo consigliati da alcuni indigeni, coi quali condividiamo forse qualche birra di troppo, e deviamo dal percorso iniziale.
Usciti da Inverness attraversando il ponte sul Moray Firth, risaliamo il pendio della cosiddetta Black Isle, in realtà una penisola; la zona è ricca di castelli e di paesini con nomi che sembrano usciti dal Signore degli Anelli o da un più recente Trono di Spade (Muir of Ord, Castlecraig, Avoch). Ma soprattutto ha qui sede l’omonima birreria (https://www.blackislebrewery.com/), dove i proprietari ci accompagnano per un tour della fabbrica e dove possiamo gustarci alcune birrette.
Conosciamo anche un simpatico connazionale, che lavora proprio al birrificio.
FUN FACT: rimaniamo di stucco di fronte alla gentilezza di queste persone. Durante il tragitto ho infatti perduto il mio preziosissimo k-way e il proprietario del birrificio, dopo avermi sentito bestemmiare come un templare mi ha offerto le chiavi della sua macchina per andare a cercarlo. Non ce la siamo sentita, e abbiamo risolto in maniera artigianale..
Tornati sul tragitto passiamo dalla deliziosa cittadina di Dingwall, risaliamo lungo il fiordo di Cromarty e ci fermiamo a Tain ( ricordando i nostri amici che suggerivano “do not go to fuckin’Tain, is a fuckin’ shithole”) per uno spuntino.
Facciamo tardi per visitare la famosa distilleria GlenMorangie, che è chiusa nel pomeriggio.
E’ la vista mozzafiato del Dornoch Firth a pagare di tutte le nostre fatiche. Lo raggiungiamo nel tardo pomeriggio e la luce del tramonto imminente regala uno spettacolo emozionante, colpendo l’acqua con un vivace gioco di chiaroscuri.
Attraversiamo il ponte in silenzio, beandoci della bellezza di questo panorama magnifico, che non siamo riusciti a restituire in nessuna fotografia.
..poche ragazze da queste parti?…
Arrivati a Dornoch troviamo alloggio presso un piacevole B&B gestito da un corpulento signore americano, che ci racconta alcuni aneddoti e storie di mafia legate alla sua famiglia.
La cittadina è una località balneare, capitale della contea del Sutherland. Il luogo è anche famoso per essere stato teatro dell’ultimo rogo per stregoneria del Regno Unito, nel 1722, come ci hanno raccontato dei simpatici indigeni con dovizia di dettagli (“they burned the f..ing witch right there”). C’è anche una stele a commemorare l’accaduto, nota come “Witch Stone”.
Dalla spiaggia di Dornoch, riusciamo finalmente a vedere il mare come lo conosciamo noi, non ingabbiato da fiordi, baie o insenature.
DAY 8: DORNOCH – HELMSDALE (63,5 Km)
La mattina il nostro ospite ci prepara un’abbondante colazione, con tanto di piatto tipico: Haggis, Neeps and Tatties. Gustoso e ipercalorico, giusto quello che ci vuole per affrontare la giornata.
Su consiglio del gentile albergatore americano allunghiamo di poco il percorso per passare dal Loch Fleet, una laguna che ospita diverse specie di uccelli (tra cui il falco pescatore) e foche.
Proseguendo lungo la strada asfaltata, ci fermiamo a visitare il Dunrobin Castle.
Sorpresa della giornata è la piccola distilleria Clynelish, che produce il ricercatissimo e costosissimo whiskey Brora (disponibile in vendita a partire da 1500 € a bottiglia). Un bellissimo viaggio nella tradizione del malto e un’ottima degustazione, possono accompagnare solo..
Grazie al nostro cospicuo tributo in “spirito”, il cielo si apre dalle nuvole, liberando finalmente i raggi del sole, che regalano dei panorami da diapositiva sui verdi pendii che dalla strada scendono verso il mare. Manca poco ormai alla fine, e possiamo permetterci il lusso di fermarci a fare qualche foto.
La meta di oggi, Helmsdale, è un piccolo paese di pescatori, che non ha molto da offrire, se non la promessa di una lunga salita il giorno successivo, che incombe già dalla porta del nostro ostello.
DAY 9: HELMSDALE – THURSO (67 km)
Ultima tappa lunga della nostra avventura, puntiamo verso Thurso (invece che verso la più famosa John o’Groats) così da valutare possibilità di proseguire verso le Isole Orcadi.
La tratta è semplice ma dobbiamo affrontare due salite interminabili e incredibilmente ripide, prima di abbandonare la strada principale (anche un po’ trafficata) e inoltrarci nelle Highlands, tagliando verso la nostra meta.
L’itinerario è sempre a traffico misto, ma questa parte è decisamente più piacevole.
La strada taglia in due una prateria infinita (queste piane erbose sono chiamate dagli scozzesi Machair ), su cui finalmente torna a far capolino un sole quasi estivo.
Ormai abbiamo fatto la gamba e raggiungiamo Thurso nel primo pomeriggio, gettandoci a terra di fronte al traguardo. Ce l’abbiamo fatta!
La città di Thurso saluta (foto 1) l’arrivo dei Bikelanders, con una parata (foto 2)
Arriviamo alla spiaggia; le Isole Orcadi sono visibili ma irraggiungibili, protette dal costo esorbitante dei biglietti del traghetto. Cambieremo nuovamente piano, ma siamo comunque soddisfatti di noi stessi e del nostro viaggio.
Ceniamo con un tradizionale Fish&Chips e trascorriamo la serata in uno dei pochi pub del centro, dove ascoltiamo della musica dal vivo e stringiamo amicizia con gli autoctoni, favoriti dall’entusiasmo per il successo della nostra impresa e da diversi galloni di cervogia.
DAY 10: DUNNET HEAD (34 km)
Il mattino ci sveglia con un bel sole e una temperatura gradevole. Partiamo per l’ultima breve tappa, che costeggiando il mare ci porterà a raggiungere il punto più a Nord di tutta la Gran Bretagna continentale.
La strada, in parte ciclabile, prosegue attraverso un paesaggio ancora nuovo, mitigato dalla presenza invisibile ma vicina del mare. Abbiamo lasciato le borse e viaggiamo veloci, nonostante il forte, irritante, vento contrario.
La visuale si apre in prossimità di Murkle Bay, una lunga spiaggia di sabbia chiara, protetta da dune erbose. Il sole che ci era tanto mancato ci rende imprudenti, ma fortunatamente fallisce il tentativo di bagno.
Per raggiungere il faro di Dunnet Head percorriamo una salita di 6 km circa che serpeggia tra colline e laghetti.
La vista dal faro è favolosa: una panoramica che abbraccia l’Oceano Atlantico Settentrionale, le Isole Orcadi, l’Isola di Stroma, John o’Groats, le praterie e decine di laghetti. Riusciamo anche a scorgere qualche rara pulcinella di mare.
In questo punto, il vero estremo Nord scozzese, brindiamo con del buon whiskey a questa terra magnifica e al termine della piccola grande impresa Bikelanders.
EPILOGO
Da Thurso prendiamo un treno, direzione a Edimburgo. Il viaggio è avvolto da un leggero velo di malinconia, mentre tutti i paesaggi che avevamo attraversato e affrontato durante il viaggio scorrono via veloci dal finestrino. Ricordi indelebili di fatica, sudore e risate.
E’ un giorno di pioggia (strano) e la nostra avventura giunge al termine.