Cronache dalla zona gialla

In attesa ogni giorno di conoscere del nostro destino, abbiamo approfittato dei pochi giorni in cui il giallo non era solo il colore della birra per far andare un po’ le gambe. I risultati sono stati ovviamente disastrosi, ma almeno questa volta possiamo dare la colpa del nostro scarso allenamento a qualcun altro.

Limitati nel raggio d’azione (Legnano e i paesi limitrofi hanno tante attrattive, ma non brillano particolarmente dal punto di vista cicloturistico e sono desolatamente piatti.. flat.. zero salite/discese… noia..), abbiamo esplorato i boschetti della zona, dove abbiamo scoperto l’iniziativa dei giovani bikers, i quali hanno costruito nei nostri boschi alcuni bike-park più o meno legali.

Al bike-park abbiamo sfatato il mito del veterano, anziano ma competente, venendo regolarmente asfaltati dai pischelli sulle piste. In particolare, rialzarsi dopo una caduta ci ricorda la sveglia alle 6:30 dopo le peggiori sbronze settimanali..

Rivediamo però alcune delle uscite più significative di questo strano 2021:

Monte Chiusarella – Monte Martica

Uscita invernale in visita alle Prealpi Varesine, nell’unico giorno “giallo” di Gennaio. Si sale da Bregazzana, subito dopo Varese, seguendo la strada militare nel bosco. La vista si apre sul massiccio del Campo dei Fiori una volta raggiunto il Pian Valdes. Si continua a salire con pendenze moderate, a volte rese “ostiche” dalla presenza di pietre e ghiaia, fino alla cima del Monte Martica (1.032 mslm). La cima è purtroppo coperta dal bosco, ma basta tornare sui propri passi per trovare l’imbocco per la salita al Monte Chiusarella. La salita è molto ripida, in alcuni punti è necessario fare del portage, ma, se si riesce a rantolare fino alla croce di vetta, si gode di un bellissimo panorama sulle Prealpi e sui laghi del Varesotto.

Ci siamo tornati anche a piedi per una bella escursione con gli amici (dopo il rosso e l’arancione)..

   

Monte Piambello

Bella salita che parte da Ganna e sale asfaltata fino all’abitato di Boarezzo. Da lì, comincia la “gippabile” fino alla cima del Piambello (1.125 mslm), da cui si possono ammirare le fortificazioni della Linea Cadorna e un bel panorama sulle valli del varesotto. Da qui, può essere divertente scendere verso la Bocchetta dei Frati e perdersi un po’ nel Parco delle Cinque Vette, magari raggiungendo il Sasso Paradiso, che offre invece un punto panoramico sul Lago di Lugano e le cime Svizzere. In cima, in questo periodo, c’è ancora neve, il che comporta sentieri molto umidi e infidi, al punto che sembra di pedalare nel torrente.

Anello Verde-Azzurro

Complice infortunio al polso (coincidente con la scoperta del bike-park,  ma per pura combinazione 🙂 ), ho promesso a Patty di non impegnarmi in trail di montagna o percorsi impegnativi, e decido quindi di percorrere interamente l’anello che segue il percorso di Villoresi, Naviglio e Parchi cittadini del Milanese, per un totale di 130 km.
Le ciclabili lungo le vie d’acqua sono decisamente belle e piacevoli, in men che non si dica raggiungo Milano, zona darsena. La parte cittadina attraversa però importanti vie metropolitane, che non aiutano le gambe affaticate. Bella scoperta quella del Parco delle Cave di Milano. Il percorso del GPS si interrompe prima di raggiungere il Parco delle Groane: con le gambe ormai di legno, seguo quindi la strada asfaltata (non consigliata – statale molto trafficata) fino a tornare alla base, totalizzando solo 126 km.

Forte di Orino

Per il puro gusto di fare un po’ di gamba, si sale fino al Belvedere del Campo dei Fiori, con la solita salita taglia-gambe, da cui parte una bella e ampia sterrata fino al Forte di Orino, da cui si gode di una bella vista a 360° sulle alture circostanti. I resti del Forte, risalente alla Prima Guerra Mondiale, fanno da contorno al bel piazzale, ottimo anche per un picnic. Si scende per la strada asfaltata (nei pressi del sentiero c’è l’imbocco della famosa pista “La Cubana”, ma sto ancora recuperando l’infortunio).

Salita al Mottarone

Storica salita del VCO, si parte da Armeno. Si segue la strada asfaltata, con pendenze illegali, specialmente nella parte iniziale. Arrivare alla vetta (1.426 mslm) è un tormento, ma si viene ripagati dall’incredibile panorama che si apre sul Lago Maggiore e sul Lago d’Orta.
Per un extra brivido, salite fino alla cima vera e propria, accessibile tramite un ripido e tumultuoso sentiero ciottolato.