Bikelanders al Cyclopride

Milano chiama, i Bikelanders rispondono presenti. Occasione la manifestazione organizzata da RDS per tutti gli amanti della bici, il Milano Cyclopride.

Sarà il nome della manifestazione, sarà il clima decisamente più favorevole, ma l’orgoglio Bikelanders vince sul sonno e sulla pigrizia e per la prima volta in stagione affrontiamo l’uscita a ranghi completi.

Si parte da Parabiago, comune di residenza del buon Batman Roberto (da non confondersi con il meno buon Bat-Roberto). Subito ci rendiamo conto che il tempo è contro di noi: a differenza del solito infatti abbiamo un orario da rispettare ma come al solito siamo già in ritardo.

Per fortuna la strada, sebbene poco adatta ai ciclisti per via del traffico, si dimostra scorrevole: raggiungiamo velocemente la provinciale 109 e altrettanto velocemente la abbandoniamo dopo Vanzago. Affrontiamo una serie di strade nuove attraverso Pregnana, Lucernate e Cornaredo con un buon passo e raggiungiamo così Cusago dove, attraversando il centro abitato, il ritmo cala inevitabilmente.

Raggiungiamo così Trezzano sul Naviglio che ci accoglie con ostilità: 2 ponti in sequenza brevi ma con pendenza impegnativa, li superiamo e ci ritoviamo finalmente all’imbocco della ciclabile che costeggia il Naviglio Grande.

Opera prima in Europa nel suo genere, il Naviglio Grande è un canale navigabile che unisce Milano al più importante dei fiumi della provincia, il Ticino. Inizato già nel Medioevo ed utilizzato sia per la movimentazione merci sia per l’irrigazione, il canale è stato nel corso degli anni oggetto di diversi lavori di ammodernamento e recentemente di recupero della sua identità storica. Sebbene  il suo uso commerciale e industriale sia ormai nullo mantiene, oltre al valore storico, la sua importanza legata ad oggi ai locali notturni e alle associazioni sportive (canottieri in primis) che trovano ospitalià lungo il suo corso.

Percorriamo quindi la ciclabile stando attenti ai tratti ad uso promiscuo e ai numerosi corridori presenti ma godendoci gli scorci che Milano ci offre.

 

 

 

 

 

Raggiungiamo quindi Porta Ticinese, di mattina lontano ricordo del chiassoso e affollato centro della movida cittadina, e proseguiamo tramite l’omonimo corso lasciandoci dietro la basilica di Sant’Eustorgio e quella di San Lorenzo Maggiore, più famosa forse per le sue colonne, altro classico punto di ritrovo estivo dei giovani milanesi.

Un lungo tratto di pavè ci accompagna attraverso i negozi di via Torino fino a sbucare in piazza Duomo: non abbiamo tempo per fermarci ad ammirarlo per l’ennesima volta, rapida sosta foto e si riparte attraverso via Orefici.

Siamo in pieno centro storico, ormai l’asfalto è solo un ricordo mentre sono sempre più realtà i turisti (e non solo) che affollano la strada: superato Cordusio dobbiamo praticamente procedere a mano per il tratto pedonale che ci porta di fronte al Castello Sforzesco.

Iniziato già in epoca viscontea come fortezza difensiva, il castello deve il suo nome alla famiglia Sforza che ne commissionò la costruzione come palazzo di una delle corti più importanti d’Europa, come dimostrano anche le dimensioni della struttura, sicuramente tra le maggiori dell’epoca, e gli affreschi al suo interno realizzati da alcuni dei più importanti artisti del periodo tra i quali Leonardo da Vinci.
Vittima di alterne fortune, nei secoli successivi il castello fu quasi distrutto prima di essere completamente restaurato agli inizi del ‘900 riportandolo all’antico splendore. Danneggiato e nuovamente ritrutturato dopo la seconda guerra mondiale, è ad oggi un importante centro artistico, sia come museo sia come centro espositivo.

Entriamo dunque nel castello e ne attraversiamo i cortili interni per raggiungere Piazza del Cannone, giusto in tempo per la partenza della manifestazione.

 

 

 

 

 

 

 

Ci accodiamo alla folla, l’andatura è davvero lenta e il rischio di contatti e cadute è altissimo. Per fortuna nessun incidente e proseguendo con il percorso il gruppo si sgrana e ci da modo di pedalare in maniera più agile e di superare la maggior parte dei presenti più lenti, in maggior parte famiglie con bambini.

Ressa a parte, il percorso è molto bello, soprattutto per chi ha avuto occasione di farlo in macchina: pensare di girare in pieno centro a Milano in bici e senza doversi preoccupare del traffico è qualcosa di molto suggestivo e appagante.

Il tracciato si snoda lungo alcuni punti caratteristici di Milano: lasciato piazzale Cadorna raggiungiamo infatti la fiera congressi (Mi.Co.) e costeggiando i vecchi padiglioni raggiungiamo viale Serra dove proseguiamo percorrendo il cavalcavia. Si prosegue a strappi, sia per i restringimenti di carreggiata talvolta presenti, sia perchè le forze dell’ordine cercano di compattare il gruppo per non bloccare eccessivamente la città: attenzione gradita agli automobilisti che in maggior parte salutano invece di insultarci come prevedibile.

Proseguiamo quindi sulla Circonvallazione Esterna per un tratto, per poi procedere lungo la sua parallela. All’altezza di via Melchiorre Gioia svoltiamo in direzione di Porta Garibaldi e da lì imbocchiamo via Legnano, costeggiamo l’Arena Civica prima di rientrare nel parco e chiudere l’anello in Piazza del Cannone.

Festeggiamo sfoggiando le nuove maglie prima di concederci la solita birretta ristoratrice

in un locale con ampio dehors all’interno del parco.

Collezione primavera-estate 2017

Optiamo per il ritorno in treno, quindi rifacciamo il percorso a ritroso dal Castello al Duomo, foto compresa, per poi dirigerci verso piazza San Babila attraverso corso Vittorio Emanuele.

Ci rendiamo brevemente conto che non si tratta di una grande idea: nonostante sia ormai ora di pranzo la gente continua ad affollare la strada rendendo il breve tratto un complicato percorso ad ostacoli.
Proseguiamo quindi su corso Venezia, superando le molteplici attrattive offerte dai Giardini Montanelli e raggiungiamo appunto Porta Venezia: la totale mancanza di facilitazioni per l’accesso alla stazione con le bici ci ricorda nuovamente che, nonostante il Cyclopride appena concluso, non è un paese per ciclisti.

Il percorso di giornata
In attesa del treno