Anello del Rile

Alcuni di voi diranno che non è ancora Estate, che siamo ancora a fine Aprile, ma il sole non lo sa e in questi giorni spacca le pietre con temperature che si aggirano intorno ai 25 gradi.
Con la brigata Bikelanders diversamente impegnata in alcuni “addii ai celibati”, l’uscita di oggi è in solitaria.

Avvicinamento alla traccia lungo la Valle Olona. Su strada mi faccio scortare da alcuni “stradisti”, per poi mantenere lo stesso passo sulla ciclabile (nonostante il percorso sia molto trafficato, data la bella giornata).

Non la migliore delle idee…  Se è vero che raggiungo il fondovalle di Castelseprio in meno di 50 minuti (a una media di circa 25 km/h, pedoni permettendo), è altrettanto vero che arrivo già stanchino alla massacrante salita che porta al centro del paese.

Si sale quindi di quota con un paio di tornanti abbastanza ripidi fino a Carnago. Da qui parte il percorso MTB ad anello che si sviluppa all’interno del Parco del Rile.

Il percorso è davvero molto bello ed il fondo ben battuto permette di avventurarsi lungo i sentieri del Parco ad alta velocità. Ci sono diversi saliscendi, mai estremamente tecnici e sempre divertenti, salvo qualche punto un pochino più difficile a causa del terreno fangoso e ricoperto di radici.

         

Ci sono anche un paio di “muri” da scalare, non facili da affrontare in sella. In alcuni punti è evidente che il senso di percorrenza è stato previsto al contrario.

      

Su questo percorso si corre la prossima settimana una tappa del Circuito Cross Country dei Parchi – Visevar Bike.
Probabilmente per questo motivo il tracciato è così ben curato.

La mia traccia GPS si discosta invece dal percorso di gara, costringendomi in alcune occasioni a farmi strada tra la vegetazione con il machete e ad arrancare nel fango.

Arrivato in chiusura dell’anello, imbocco la deviazione che porta alla Croce del Monte di Rovate. Una ripida salita, ma la cima è deludente..

Resta da affrontare l’ultima discesa prima di tornare in strada e rientrare sulla Ciclabile. Sella abbassata, cazzimma all’ultimo livello e giù senza frenare.. un paio di salti e curve, poi un forte rumore,  l’attimo, la terra che tremò (cit.)… Arrivo in fondo alla discesa con il cerchio posteriore piegato.

A causa dell’inconveniente tecnico, il rientro a casa è faticoso e scoraggiante, oltre che disonorevolmente lento, con come unica nota positiva la pausa pranzo con birra e panino con salamella presso l’Approdo dei Calimali.