Valle del Curone e Piramidi di Montevecchia

Qual modo migliore di chiudere la stagione estiva che dedicarsi ad esplorare le zone più remote della Lombardia. Meglio se lo fai in bici e con il team Bikelanders!

L’escursione di oggi è dettata da motivi logistici, in quanto equidistante dal quartier generale Bikelanders e da Bergamo, dove si è trasferito il buon Ali, ma soprattutto da ragioni naturalistiche e… mistiche.

Ci troviamo nella Valle del Curone, parco regionale in provincia di Lecco, ultima preziosa frontiera verde prima della grande metropoli di Milano, ricca di sorgenti naturali, aree boschive incontaminate e casa di animali feroci e pericolosi, come il gambero di fiume e lo scoiattolo.

Parcheggiamo comodamente nelle vicinanze del cimitero di Cernusco Lombardone.
Coincidenze? Non credo proprio!

Dopo esserci brevemente districati nel traffico cittadino ci tuffiamo nel verde del parco, seguendo un bellissimo sentiero, ben evidente, che corre a fianco del torrente Curone e lo attraversa in alcuni punti con divertenti guadi o ponticelli di legno, per mettere alla prova l’equilibrio del ciclista. Il fondo è scorrevole e privo di particolari ostacoli: con un po’ di gamba si riesce a far correre la bici, per la soddisfazione dell’animale!

   

     

Una brutale salita sterrata, gradinata con sassi e tronchi, ci accompagna fino a Cascina Costa, prima delle tante cascine che popolano la zona (alcune dedite all’agricoltura / viticoltura, altre convertite ad agriturismo).

     

       

Si prosegue con un bel discesone, svoltando a destra per raggiungere la Cascina Galbusera Nera, per poi rientrare su asfalto in località Monte.

Invece di proseguire sulla strada, imbocchiamo il Sentiero dei Cipressi Bassi, alla scoperta del mistero di questa Valle.

Dal sentiero si notano tre formazioni collinari, apparentemente semplici, ma l’osservazione satellitare rivela qualcosa di più enigmatico: queste colline di roccia calcarea sono state modellate, per scopi puramente religiosi, in forma piramidale a gradoni da un’antica civiltà e sono posizionate sulla base delle tre stelle della Cintura di Orione.

LE PIRAMIDI DI MONTEVECCHIA

Proprio come le più note piramidi egizie, le quali erano progettate sulla mappa delle stelle in modo da consentire ai defunti di trovare la strada di casa.  Secondo gli esperti, ricordano la Piramide del faraone Zoser, nella necropoli di Saqqara.

     

Il sentiero purtroppo non ci permette di avvicinarci di più e veniamo a scoprire, dagli imperscrutabili abitanti della zona, che il sentiero che porta in vetta a queste misteriose costruzioni è interdetto alle biciclette. Peccato, perché una discesona da piramide sarebbe entrato nella nostra personale top ten ciclistica.

     
Tuttavia, decidiamo di rispettare le regole, anche per non incorrere in qualche antica maledizione, specie dopo tutte quelle lanciatemi da Ali durante il tragitto.


Ali e i suoi “occhi di bragia” dopo l’ennesimo guado …

Si prosegue su strada, in mezzo ai campi, dopodiché attacchiamo una stretta salita irregolare con lastre verticali di travertino, che ci fanno rimpiangere la Tangenziale Est al lunedì mattina. Ne vale la pena per potersi buttare senza freni dalla ripida sterrata che scende nella Valle Santa Croce.

Quando dico “senza freni”, intendo letteralmente, in quanto il buon Ali si trova a fronteggiare la pendenza con uno scomodo guasto all’impianto frenante, rischiando la pelle e l’onore. C’è tempo giusto per un ultimo sentiero a tutta velocità, prima di ritrovarsi sulla strada provinciale.


Antico crocevia celtico dallo sconosciuto significato, da noi interpretato come “Discesa Pericolosa”

Nel gruppo serpeggia già quel sapore di arrivo, tanto che la conversazione verte perlopiù sul dove pranzare; dimentichiamo tuttavia che, dopo un subdolo saliscendi col ghiaino, dobbiamo ancora affrontare la salita che porta alla piccola chiesa bianca che domina il Monte Carmelo, in località Montevecchia.

Paura, eh?

E in effetti la salita è di quelle che tolgono il fiato e provocano, alla sola vista, orrende convulsioni:


Non vi preoccupate, sta solo facendo stretching!
Per le orrende convulsioni bisogna aspettare i crampi..

Seguendo la traccia GPS, non raggiungiamo la cima, ma deviamo poco prima sulla destra, per scendere a tutta velocità tra gli alberi e ricongiungerci con il sentiero dell’andata.

Durante il rientro diamo sfogo alle ultime energie rimaste per sfruttare al meglio il tratto veloce, ed in men che non si dica, siamo di nuovo alle macchine.

     

Appena in tempo per suggellare con un Sushi Mistico questa criptica e suggestiva avventura.