La Città Fantasma di Consonno
Consonno, piccolo comune del lecchese, all’estremità sud delle Prealpi Lombarde, a 630 mslm, fu il sogno dell’imprenditore Mario Bagno, il quale voleva costruire una ideale “città dei balocchi” per i milanesi. Negli anni ’60 acquistò il borgo e il suo territorio, rase al suolo tutto (tranne la Chiesa ed il cimitero) ed iniziò a edificare la nuova Consonno. La città dei balocchi comprendeva ristoranti, una balera, un albergo di lusso, un castello medievale e il famosissimo minareto. Vi erano anche campi da calcio, bocce, golf, un luna park e un giardino zoologico, oltre ad altre costruzioni con richiami a diverse culture.
La località ebbe discreto successo e fu scelta come villeggiatura anche da diversi “vips”, fino al 1966, quando una frana bloccò la strada (la stessa che fu fortemente voluta dallo stesso Bagno). Nonostante i lavori di riparazione furono velocissimi, si iniziò a registrare un calo di interesse dei turisti; una seconda frana nel 1976 ne decretò così la fine. Mario Bagno morì nel 1995.
Il sogno dell’imprenditore diventa oggi l’incubo di noi Bikelanders, che decidiamo di esplorare l’area e, soprattutto, di affrontare la salita che porta alla Città dei Balocchi, ormai abbandonata.
La pochezza del servizio fotografico è dovuta all’impegno fisico della scalata, che non permette di apprezzare particolarmente il paesaggio né di uscire dalla trance agonistica.
L’ascesa, che inizia dal lungolago di Olginate, è subito complicata dal caldo estremo della giornata, che scalda l’asfalto e non darà tregua fino alla fine. Si parte forte, con una serie di curve e controcurve decisamente ripide, con pendenze medie a doppia cifra e strappi killer al 16%. Abbandonate le ultime case, guadagniamo faticosamente il sollievo della vegetazione, che offre un po’ di riparo dal sole cocente. La pendenza però non molla e si continua ad arrancare.
La strada, vietata al traffico veicolare, è perfettamente asfaltata e inizia a dare un po’ di respiro al primo segnale di benvenuto alla città.
Si continua a soffrire, fino a raggiungere l’edificio detto del “pavesino”, un palazzo mai ultimato alle porte di Consonno, che forma una sorta di ponte sopra la strada che porta al borgo.
Da qui, nonostante l’asfalto non sia proprio perfetto, le pendenze sono più moderate, tanto che ci facciamo prendere dall’entusiasmo e tentiamo di spingere, in una tanto folle quanto inutile competizione, fino al traguardo.
Consonno, versa oggi in uno stato di degrado e abbandono, duramente danneggiata da un rave party nel 2007, dove le strutture furono distrutte e coperte di graffiti. Gli edifici sono pericolanti e bisogna prestare molta attenzione durante la visita.
La copertina di “WAPA” il disco che segna il passaggio al periodo Hip Hop del gruppo.
Proseguiamo quindi in salita, per un altro centinaio di metri, fino allo scollinamento (706 mslm), da cui godiamo di una bellissima visuale sulla Brianza.
Durante la discesa, in direzione Olginate, siamo costretti ad affrontare alcuni inconvenienti tecnici: Robi, per primo, accusa un blocco del deragliatore, che lo costringe a pedalare con il rapportino da salita, frullando come uno sproporzionato colibrì; Ali, nella sua personalissima interpretazione di Shakira, deve sfruttare la mobilità latino-americana delle sue anche per compensare la defiance dei freni… riuscirà a fermarsi, nell’ilarità generale, solamente contro un muro di cinta; Alex invece dovrà fare i conti con una banale foratura, che riuscirà però a gestire fino all’arrivo con un paio di soste tattiche per monitoraggio e gonfiaggio.
Arrivati in paese, ci ricongiungiamo infine con le nostre Bikelangels (menzione d’onore per aver affrontato la salita a piedi ed essere arrivate non così tanto dopo di noi), per goderci la meritata birretta di fine giro e un po’ di relax sulle sponde del Lago di Olginate.